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Interview with Rocky Ruggiero

By Hannah Berman. Originally published online at WeScrive.

Dr. Rocky Ruggiero era, per un lungo tempo, una guida turistica d’Italia. Invitava la gente che parlava inglese a venire con lui per viaggi a tante destinazioni nel paese, insegnando la cultura, il cibo, e la storia agli stranieri. Appassionato d’Italia e della storia, era un lavoro bellissimo per questo viaggiatore. Però, ovviamente, non è stato possibile continuare così quando, all’inizio della pandemia, viaggiare è stato proibito. In quel momento, Ruggiero ha fatto la scelta difficile di trasferire la sua azienda online, offrendo lezioni brevi ad un costo, e una lezione gratis per settimana. Ruggiero ha parlato a WeScrive sulla rinascita della sua azienda dopo l’inizio della pandemia.


WS: Dov’eri tu quando la quarantena è cominciata? Qual era il tuo primo pensiero in quel momento?

RR: Allora, io ero in Italia da tipo il 10 gennaio fino all’11 febbraio 2020, quando in Italia c’era soltanto un caso di COVID-19. E non c’era ancora questa grossa preoccupazione. Infatti, mi ricordo che pensavo se magari era meglio se io tornavo negli Stati Uniti prima, per paura che magari rimanessi bloccato in Italia. Invece sono tornato tranquillamente l’11 febbraio 2020, anzi, ero a Milano, il 6 febbraio, cioè una settimana prima che scoppiasse il primo focolaio. Il primo COVID cluster era a Milano, e io probabilmente ero lì una settimana prima. E poi, ero tornato negli Stati Uniti, per andare subito in Florida per il weekend di President’s Day 2020, per poi andare in Rhode Island, dove abito. Poi sono andato a Los Angeles…


WS: Tutto questo durante la pandemia??

RR: Sì, all’inizio, proprio. E mi ricordo che era la prima settimana di marzo, dove negli Stati Uniti non era ancora un grosso problema, e io dovevo tornare in Italia con un gruppo di studenti di Los Angeles da un’università di moda. Loro mi hanno avvertito che cancellavano—anzi, posticipavano—il viaggio per paura di COVID. Ho scritto, “Io capisco benissimo la vostra decisione, però, credo che sia esagerata.” Mi imbarazza dirlo oggi! E poi, pian piano sentivo dai miei colleghi, che abitavano in Italia e lavoravano alle università americane, che avevano deciso di mandare tutti gli studenti a casa. Prima la Kent State, poi la Syracuse, poi la NYU—tutte le università a Firenze. Il mio ultimo ricordo era venerdì, 13 marzo, che dovevo andare a New York a fare una presentazione al pubblico per Eataly, dal vivo. Quella mattina io avevo ancora intenzione di partire per New York. E ho cambiato idea. Ho scritto, “Guarda, io in buona coscienza non posso venire, ho paura,” e loro hanno detto, “Capiamo, capiamo.” E poi, boom! Quella settimana è scoppiato tutto.


WS: Come hai dovuto cambiare la tua compagnia dopo il divieto di viaggiare?

RR: Abbiamo convertito un’azienda che si occupava magari all’80% di viaggiare—educational travel, come si dice in inglese—cioè spostare la gente in italia e mostrargli le cose con un occhio accademico. Adesso invece siamo un’azienda al 99.5% virtuale. Dovevamo reinventare tutto, cominciando con questi webinars che facciamo tutt’ora settimanalmente, dove parliamo sempre su un soggetto italiano: una città, un artista, un museo, qualcosa del genere. Poi, offrendo dei corsi online, a delle persone che vogliono approfondire sulla storia dell’arte ita- liana specificamente. Ora sto finendo un mio sesto corso online da quando è cominciato la pandemia. Questo si intitola “Da Constantinopoli a Caravaggio,” è una specie di corso generale: la prima parte era “Dall’antichità ai Medici,” e la seconda parte si chiama “Da Casteccolo a Caravaggio.” In aprile, comincerà il prossimo corso, che si chiama “Scoprire Donatello: le sue opere, al sua vita, e la sua eredità,” che sono 6 settimane su un monografo su Donatello. E poi abbiamo scoperto questo modo di fare questi live streaming tours direttamente dall’Italia—


WS: Sono andata ad uno di quelli! Mi è piaciuto un sacco.

RR: Oh really? Yeah, those are awesome. Ho il mio videografo di fiducia—


WS: È lo stesso videografo ogni volta? Cioè, lui viaggia in ogni città?

RR: Infatti, lui è lo stesso che ha girato tutto per il documentario che ho fatto in passato! Poi, è stato trasmesso su PBS, su History Channel… Lo cono-sco benissimo, da anni. Avevamo cominciato a fare video su Instagram, su IGTV. Settimanalmente, credo, si facevano degli aggiornamenti su come vanno le cose in Italia. Io studiavo un po’ il giornale italiano, capivo che cosa succedeva, e poi facevo una registrazione per raccontare agli americani che succedeva. Poi è piaciuto tanto agli italiani che ho cominciato a farlo anche in italiano, per gli italiani, raccontando che cosa succedeva negli Stati Uniti. E si faceva almeno due volte la settimana, e a quel punto cominciavo io a strapparmi i capelli perché non ce la facevo… era troppo. Allora a quel punto, man mano, abbiamo finito. Poi, alla fine la gente non voleva più sentire di COVID. La fatica da COVID. A quel punto, abbiamo cominciato a fare queste trasmissioni live streaming dall’Italia: Firenze, Siena, Lucca, Pisa, Venezia. Era una grande balla: tutto virtuale! Fra webinars gratis, webinars esclusivi—che vuol dire a pagamento, dove spesso parlo io, ma ci sono spesso degli ospiti, lezioni di cucina, live streaming tours dall’Italia… Facciamo questi corsi online… We’ve been busy.


WS: Più lavoro del solito?

RR: Sì—è più lavoro, ma ci metti meno. Prima, quando il lavoro si concentrava sul viaggiare, dovevo viaggiare. Dovevo prendere un aereo, partire e andare in Italia, passare sette giorni magari con le persone. Ora, invece, riusciamo a trasmettere a 2 mila, 3 mila persone tutte insieme. Abbiamo aumentato i numeri parecchio.


WS: Wow, molto. Con numeri così, perché hai scelto di offrire le lezioni gratis?

RR: Per far conoscere un po’ alle persone. Era come quando si va al supermercato, e si fanno degli assaggi di un nuovo prodotto. Io avevo già un seguito abbastanza grande di persone, però ovviamente abbiamo capito che magari se uno offriva una lezione gratis una volta, che la gente mi sentiva, they’re hooked, come si dice in inglese. Magari, sai, uno pensava che la storia dell’arte può essere noiosa, però, non per loro. Penso che magari il mio modo di fare lezione possa piacere a tante persone. Allora, l’idea era dargli un assaggio di quel che facciamo, e come lo facciamo.


WS: L’ho trovato molto interessante—io ho seguito molte delle tue lezioni gratis. Com’è stata la risposta dei tuoi clienti normali alle lezioni che hai scelto di offrire?

RR: Ah, bellissima. Cioè, la cosa più soddisfacente è che abbiamo reso una situazione difficile più vivibile per alcuni. Siccome, in tanti erano chiusi in casa, non potevano uscire, per loro, questa volta durante la settimana quando facevo i webinar, era un’ora di escape, almeno mentalmente. Tante persone veramente ci hanno ringraziato di cuore perché abbiamo reso la loro vita più bella. Senza viaggiare, potevano per un po’ dimenticare che erano chiusi in casa. Per quello abbiamo deciso anche di continua- re—per noi, è un modo per rendere le persone più intelligenti, introdurre un booster shot di cultura, e migliorare il mondo.


WS: Nel momento di questa intervista, è marzo 2021. Come ti senti per quanto riguarda il coronavirus e la rinascita della vita normale? Pensi che sia fra poco che avremo un ritorno alla normalità?

RR: Se le persone non si comportano in modo stupido, sì. Ora, è una corsa fra la vaccinazione e la gente che comincia ad uscire e fregarsene del distanziamento sociale e delle mascherine. In Italia, la situazione è disastrosa, perché sono molto indietro con i vaccini, e ci sono parecchie varianti, allora tutto il paese ora andrà sotto quarantena di nuovo. E non solo lì, è così in tutta Europa, perché non hanno cominciato a vaccinare e nel frattempo la gente è molto stanca della situazione. Cominciano loro—specialmente i giovani—a uscire. E queste varianti hanno ora preso il sopravvento. Quindi loro sono in lockdown nazionale. A Pasqua tutto il paese sarà sotto lockdown. E quel che avevo capito nei primi giorni era che quel che succedeva di là, due settimane dopo, succedeva negli Stati Uniti. Ora, la stessa cosa. Tutti stiamo dicendo se non siamo aperti, stiamo attenti che qui, ci sarà un ultimo aumento. Deve precipitare prima di migliorare. Allora guarda, vorrei essere più ottimista, però ho perso un po’ la fiducia nelle persone, vedendo Miami ieri sera, il Texas, questi posti un po’ meno attenti, che non capiscono che non è finita ancora.


WS: Come storico, cosa pensi dell’epoca in cui stiamo vivendo? Secondo te, cambierà il corso della storia?

RR: No. Non è che speravo, però pensavo, come tante persone, che il coronavirus sarebbe stato un grosso reset button—un po’ com’è stata la seconda guerra mondiale, che avrebbe costretto le persone a rimescolare le priorità e a capire che ci sono cose più importanti nella vita che i soldi. Però, non credo che sia successo. Magari invece ha insegnato alle persone ad essere più pigre. Un anno, meno male, non è come 10 anni di guerra; credo che questo momento non lascerà il marchio, come dicono tutti. Spero di avere torto, ma credo che non cambierà niente, e la gente si dimenticherà.


WS: Okay, e adesso una cosa un po’ più divertente: dov’è il primo luogo in Italia in cui andrai quando tutto questo è finito, e perché?

RR: Il primo posto in cui andrò in Italia sarà Firenze. È la mia casa adottiva, ci ho vissuto per vent’anni. Tutta la mia roba è a Firenze! C’è un appartamento a Firenze con tutti i miei vestiti estivi, c’è una Vespa a Firenze che non vedo da un anno… Mi è appena arrivata l’assicurazione per la Vespa qui, negli Stati Uniti. Però vorrei andare prima a Roma. La prima cosa che vorrei fare è andare al mio ristorante preferito a Roma e mangiare un grosso piatto di bucatini all’amatriciana. Lo sto sognando.


Per saperne di più su Ruggiero, o per seguire un suo corso virtuale, trovalo a https://rockyruggiero. com/.

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